Con il nuovo papato bisogna evitare di riproporre l’equivoco alimentato da Bergoglio, l’illusione che il papa possa essere allineato pienamente a una piattaforma di opposizione alla destra. Non bisogna creare la versione progressista degli atei devoti
Con la fine del pontificato di Jorge Mario Bergoglio mi ero illuso. Mi ero illuso che il mondo laico e progressista potesse voltare pagina da una perniciosa illusione. L’illusione di avere un referente diretto a cui rivolgere istanze di giustizia sociale.
Bergoglio aveva alimentato questa illusione presentandosi come il papa aperto alle esigenze del Sud del mondo. Una parte della sinistra, in mancanza di referenti appetibili, era caduta in questa trappola, sbeffeggiata da alcuni e temuta dal conservatorismo.
Si trattava di un’aspettativa ambigua perché presumeva che il comportamento, in parte progressista del papa, potesse fungere da spalla a una politica più in generale di sinistra. Ma è evidente che il papa non deve né può rispondere a esigenze di una parte politica che era tanto fiduciosa nel pontefice voce del Sud del mondo, quanto sconcertata di fronte alle scelte inevitabilmente conservatrici su tanti temi (sessualità, ruolo delle donne nella chiesa).
L’illusione progressista
L’illusione di potersi appoggiare sul carisma papale è stato uno degli errori di una parte del mondo progressista. Vedendo elementi apparentemente simili rimaneva delusa dal posizionamento conservatore in alcune scelte, come se il papa dovesse rispondere a istanze progressiste su ogni aspetto.
L’elezione di Leone XIV è stata una scelta chiaramente politica: un papa non accusabile di antiamericanismo che però, per la sua storia personale e le sue dichiarazioni, si pone in diretto contrasto con gli orientamenti dell’attuale governo americano.
Non c’è nulla di speciale in questo perché, spesso non lo ricordiamo, ogni papato è sempre stato frutto di una scelta politica, più o meno oculata. Ma Leone XIV, in maniera forse ancora più palese di altre volte, ha chiaramente significato una presa di posizione nello scacchiere della politica internazionale. Quindi la scelta del Conclave ha spazzato via la mia speranza che la sinistra non avesse più la scusa di potersi affidare a un appoggio sensibile a certe istanze inclusive.
La carenza di figure carismatiche
Se il papato di Joseph Ratzinger aveva volontariamente o involontariamente creato il fenomeno grottesco degli atei devoti, paradossalmente il pontificato apparentemente progressista di Bergoglio ha creato un fenomeno duplice: da un lato, i laici progressisti orfani di una figura carismatica che hanno sviluppato aspettative nei suoi confronti; dall’altro, come reazione, ha generato delle conversioni al cattolicesimo più oltranzista di una parte del mondo conservatore che cercava un riparo dagli ultimi sviluppi della modernità (si veda J.D. Vance).
Con il papato di Leone XIV, invece, il mondo progressista si trova di fronte a una figura espressamente di opposizione al delirio di onnipotenza reazionario. Ma proprio per questo chi è stato infatuato da Bergoglio non deve cadere nella tentazione di cercare un appoggio nel nuovo pontefice, come se l’avere un nemico comune (Donald Trump) debba per forza rendere il papa un referente di cause condivise.
Che ci possano essere punti di contatto tra l’attuale papa e una parte del mondo progressista è un fatto per molti aspetti apprezzabile. Ma crea anche il rischio di sperare di potersi affidare a una figura che giustamente e inevitabilmente risponde a logiche diverse.
La carenza di figure carismatiche nel mondo progressista è una piaga ormai pluridecennale e sottolinea ancora di più il bisogno di una risposta da parte del mondo organizzativo (politico e associativo). Proprio per questo bisogna rimanere aperti alle posizioni interessanti che probabilmente Leone XIV prenderà, senza farsi alcuna illusione che possa essere un compagno di viaggio.
Gli atei devoti sono un fenomeno di strumentalizzazione del conservatorismo creata per fini di spregiudicata manipolazione politica. Il progressismo sociale, in cerca di un referente, non deve ricadere in una tendenza a replicare a sinistra una dinamica paradossalmente simile.
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