caro pd ti scrivo

Lettera di un figlio del progresso a un partito mai nato

LaPresse
LaPresse
  • Dunque, prepariamoci a congedare anche il Pd. In attesa del logo-nome-volto nuovo, ecco una breve missiva, per tracciare un identikit di partito progressista, dettato da un figlio del progresso.
  • Sull’europeismo un primo filo rosso da seguire viene fuori come un coniglio dal cappello. Lotta senza quartiere alla fiscalizzazione dei colossi della rete. Il nuovo partito, o il vecchio tirato a lucido, dovrebbe capire una volta per tutte la differenza tra popolo e populismo.
  • Perché il problema vero, se ne saranno accorti, almeno lo si spera, non è sul come, è tragicamente sui perché. Perché una forza progressista e democratica? Per andare dove?

Perché tra le varie ipotesi del momento vuoi che non ci sia chi spara l’ennesima rifondazione, con un nuovo simbolo, un nome nuovo, tutto un vento di cambiamento, certo che sì. Il sistema politico del nostro paese usura come pochi altri nei multiversi conosciuti, nessuno viene risparmiato, dagli acronimi ai leader, ai loghi. Buono, buonissimo per i grafici pubblicitari e gli specialisti della comunicazione. Male, malissimo, per chi dovrebbe con cadenza quinquennale eleggere i propri rappresenta

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE