- Prosegue inarrestabile il deprezzamento della lira turca, agevolato dalla convinzione del presidente Erdogan che l’inflazione, giunta al tasso annuo ufficiale dell’80 per cento, si combatta riducendo i tassi d’interesse;
- Il paese ha fame di dollari, accresciuta dallo shock inflazionistico globale, ma le riserve valutarie proprie sono state prosciugate dalla futile difesa del cambio della lira;
- Il ricorso a prestiti in dollari da parte di altri paesi mediante linee di swap e il gioco di sponda con l’ingombrante vicino russo sono il rischioso puntello della spregiudicata proiezione di potenza regionale che Erdogan persegue attivamente, dal Medio Oriente all’Africa;
L’ingegneria finanziaria per disperati non salverà la Turchia dal disastro politico dell’inflazione
07 agosto 2022 • 10:11