Le tensioni politiche e istituzionali per la successione alla Casa Bianca rischiano di coinvolgere anche la banca centrale, la Federal Reserve, la politica monetaria e la stabilità finanziaria. Ciò è possibile anche per l’insufficiente separatezza fra governo e Fed. Le politiche monetarie eccezionali e non ortodosse diffuse in tutto il mondo e inventate per far fronte alla crisi del 2008 e poi a quella dell’eurozona del 2010-12, ora ribadite e arricchite per limitare i danni della pandemia, tendono ad avvicinare le politiche monetarie a quelle di bilancio e le banche centrali ai governi. In Italia la loro separatezza, resa in seguito ancor più radicale dal Trattato di Maasticht e dall’euro, fu introdotta nel 1981 con il cosiddetto “divorzio”, mentre in Usa trent’anni prima un provvedimento analogo fu chiamato “accordo”.

Chi è responsabile 

Collegare di più l’azione delle banche centrali all’insieme delle politiche di sostegno all’economia disegnate dai governi è a volte inevitabile, soprattutto in caso di gravi crisi, ma presenta pericoli per l’efficacia di entrambe le politiche e può dar luogo a deresponsabilizzazioni e conflitti istituzionali.

Conflitti che in Europa abbiamo sfiorato con la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca contro gli acquisti di titoli governativi della Bce di Mario Draghi e che ora vengono in mente pensando ai cenni di bisticcio sulla “cancellazione” dei debiti pubblici dei governi accesi per il Covid e in gran parte detenuti dalla Bce. Negli Stati Uniti il problema è reso più complesso dal fatto che la separazione fra Tesoro e Fed è meno netta, anche perché il mandato della politica monetaria non è incardinato come da noi sull’obiettivo primario della stabilità dei prezzi ma coinvolge a pari merito anche la promozione diretta della crescita e dell’occupazione, che da noi spetta alle politiche non monetarie.

Non essendo l’Ue un superstato, è comunque più facile per la Bce risultare indipendente dai governi. In effetti, essa ha dei presidi all’indipendenza che alla Fed mancano, come la proibizione di finanziamenti diretti ai governi: in Usa fra Fed e Tesoro c’è un ampio conto corrente, come quelli che tutti i membri dell’eurozona hanno dovuto cancellare quando fu creato l’euro.

Nel marzo del 2008, per fare un esempio che forse segna il vero avvio delle politiche anti-crisi dette “non convenzionali”, quando la banca di investimento Bear Stearns venne salvata dal disastro dei subprime, finì per diverso tempo in modi criptici nell’attivo del bilancio della Fed che diventò difficile da leggere.

In Europa la nazionalizzazione di una banca facendola comprare alla Bce sarebbe stata impossibile: in diversi Paesi vi sono state nazionalizzazioni di banche ma con operazioni autonome dei Tesori nazionali.  

La marcia indietro del Tesoro di Trump

La possibile confusione fra politica monetaria e politica di bilancio viene ora al pettine della crisi politica americana. A marzo, con la prima ondata della pandemia, la Fed ha aperto linee di credito di emergenza di vario tipo. I relativi programmi straordinari prevedono anche prestiti a enti locali e a imprese con garanzie ricevute non dagli affidati ma dal Tesoro. Appositi stanziamenti nel bilancio federale sono stati appropriati dalla Fed per questa finalità.

I programmi, preparati in coordinamento col Tesoro, con alcune autorizzazioni e clausole che richiedono la firma di entrambe le istituzioni, sono stati criticati da analisti e dagli stessi beneficiari potenziali perché ritenuti poco convenienti e condizionati in modi inopportuni.

Di fatto solo meno della metà dei fondi impegnati dal Tesoro sono stati assegnati a specifici programmi e una parte ancor minore è stata effettivamente utilizzata.

Ora il Tesoro, ancora in mano a Donald Trump, vuole sospendere i suoi impegni a fine anno immaginando un diverso budget futuro e vuole anche tornare nella disponibilità della parte inutilizzata dei fondi allocati alla Fed per riallocarli diversamente anche prima del subentro dell’amministrazione Biden.

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La ribellione della Fed

La banca centrale, con un comunicato che con la sua “ufficialità” ha sorpreso analisti e operatori, ha detto di non essere d’accordo e di ritenere pericoloso togliere ora garanzie a operazioni che rassicurano i mercati finanziari di fronte allo shock del Covid che sta fra l’altro aggravandosi sotto il profilo sanitario e, soprattutto, per le sue conseguenze economiche. 

Ha anche sottolineato che per provvedere nel senso richiesto dal Tesoro occorre anche la firma della Fed. L’ambizione di “coordinare” troppo due poteri e due politiche rischia dunque di dar luogo a un conflitto istituzionale destabilizzante?

Il pericolo non si può escludere, considerando anche il molto controverso subentro di Joe Biden alla presidenza, il disaccordo fra democratici e repubblicani nelle diagnosi e nelle proposte di cure per la crisi pandemica e, non ultimo, l’incertezza fino a gennaio del colore della maggioranza al senato, cruciale per l’approvazione dei bilanci.

Il timore e il disorientamento dei mercati (azioni, tassi di interesse e anche il cambio con l’euro) potrebbe calmarsi svelto ma anche accentuarsi, più per la confusione e il bisticcio di poteri che per il venir meno di un supporto a finanziamenti di emergenza per ora non graditissimi e poco utilizzati.

Gli operatori finanziari potrebbero anche temere che l’amministrazione Trump stia immaginando altre decisioni che rendano più delicata la successione di Biden e complichino l’impostazione delle sue diverse politiche.

Ancora: l’episodio, per quanto ridimensionato, potrebbe avere un effetto negativo sulle aspettative di futuri interventi monetari di sollievo per le ferite pandemiche.

In ogni caso c’è una lezione anche per noi: il supporto e il coordinamento della politica monetaria nei confronti del bilancio pubblico, che in certe fasi è inevitabile o opportuno, deve mantenere ruoli e responsabilità ben distinte fra la banca centrale e i governi, un “distanziamento” degno del Covid, la validità del principio di fondo che ispirò il nostro “divorzio” e l’ “accordo” fra Fed e Tesoro Usa del 1951.

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