Mettere a confronto la comunicazione del nostro ministro degli Esteri con quella del leader cinese mostra un Occidente incapace di scuotersi dalla sindrome del presentismo: pensare la propria supremazia come un dato immutabile. Non crediamo più alla storia proprio quando la storia è tornata a chiederci conto delle nostre azioni. E noi non abbiamo da opporle che un balbettio stentato
Ho come l’impressione che – al di là dello sconcerto della cronaca quotidiana – da questa parte del mondo non vogliamo e non riusciamo a trovare parole che ci raccontino la gravità della storia presente. Riusciamo a stento a fare un elenco – Ucraina, Gaza, Iran – ma non a mettere insieme i puntini e leggere a voce alta il responso su ciò che siamo diventati. In effetti, se l’analisi del tramonto dell’Occidente è ormai affidata a Bocchino e non a Sprengler, qualcosa di terribile vorrà dire. Il sa



