- Per il presidente Vladimir Putin, l’Ucraina è un pezzo di Russia, scorporato per errore da Lenin un secolo fa, ora in mano a una cricca di «nazisti» ebrei.
- L’incrudirsi del conflitto moltiplica gli appelli alla pace. Ma a smettere di sparare bisogna essere in due, logica vuole che chi ha attaccato offra di farlo.
- Si invita l’Ucraina non a deporre le armi, ma a suicidarsi. Solo la realistica coscienza di ragioni e torti delle due parti può fermare danni, sofferenze e lutti.
Per il presidente Vladimir Putin, l’Ucraina è un pezzo di Russia, scorporato per errore da Lenin un secolo fa, ora in mano a una cricca di «nazisti» ebrei. Fin qui pareva sensato per l’invasore non fare terra bruciata della “sua” Ucraina per poi, vittorioso, doverla ricostruire scacciandone il satanista occidente. Ogni misura è ora sepolta dai detriti del ponte di Kerch; Mosca tempesta di missili Kiev e Leopoli, troppo lontane per le sue truppe di terra. L’incrudirsi del conflitto moltiplica



