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E con il “caro amico” Macron Meloni si riscoprì europeista

Tradotto dal linguaggio burocratese dei comunicati ufficiali, ecco la sostanza dell'incontro tra la premier e il capo dell’Eliseo: avanti con la Francia e un passo indietro con gli Stati Uniti. Ma chi glielo va a dire adesso ai Salvini&Co che il presidente francese non è più «matto» né «guerrafondaio», che le incomprensioni sono dimenticate e che «ora si lavora insieme per un’Europa più sovrana»?

Chi glielo spiega adesso ad amici, partner, camerati, trombettieri ed apologeti del governo? Chi andrà da Matteo Salvini, ad esempio, a dirgli che c’è un contrordine e arriva direttamente dalla premier, da Giorgia Meloni: Emmanuel Macron non è né “matto” né “guerrafondaio”, e qui ci fermiamo con gli improperi per carità di patria, ma di fatto il leader a cui Palazzo Chigi guarda per costruire una solida alleanza. Proprio il Macron espressione dell’Europa dei tecnocrati, il Macron fumo negli occh

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