Doppia dose in un giorno solo, come si faceva col Johnson&Johnson, la premier è andata sia nel giallo pre-pacchi di Cinque minuti che nel classico azzurro della terza Camera. Sono ore calde, quelle che seguono la scritta sull’ascensore Rai «Vespa infame» (altra vittima, stavolta degli Uniposca)
Antagonisti e cattivi maestri ovunque in questo clima d’odio generale. Bisognerebbe scrivere un breve dizionario del lessico della destra che, nonostante vinca e stravinca, continua a raccontarsi come vittima sacrificale. Non basta Matteo Salvini che si paragona umilmente a Gesù Cristo in quanto personaggio «divisivo» – nel climax del ministro c’erano anche Trump e Berlusconi, mancavano giusto i Beatles –, si unisce al coro anche Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio che si stupisce di qua



