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Meno protagonismi, più “coscienza di partito”. Il pluralismo del Pd va regolato

L’articolazione di posizioni politiche interne al partito è tema frequentatissimo dagli osservatori. Ma non ce la si può cavare con la retorica secondo la quale le differenze sono una ricchezza. Al di là dei comportamenti di voto, a fare la differenza dovrebbe essere il complessivo modo di stare dentro un partito

L’articolazione di posizioni politiche interne al Pd è tema frequentatissimo dagli osservatori. Gli avversari politici e i media ostili ci vanno a nozze. Dal suo versante, il Pd può leggerlo anche in positivo come l’indizio che, ancorché polemicamente, lo si riconosce come partito largo, plurale, inclusivo. Perno dell’opposizione anche a motivo delle molteplici sensibilità che lo abitano. E tuttavia non ce la si può cavare con la retorica secondo la quale le differenze sono una ricchezza. Il plu

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