L’amministratore delegato Jean Pierre Mustier, chiamato a risollevare le sorti di Unicredit dopo che la banca aveva perso, dai massimi, l’85 per cento del proprio valore, per ora non ha funzionato.
La banca vale oggi poco più di 14 miliardi; questo significa che l’aumento di capitale da 13,8 miliardi, lanciato quando la banca ne valeva 15 a inizio 2017 è stato completamente bruciato.
Nei tre anni della sua gestione Mustier ha venduto partecipazioni e attività per circa 13 miliardi. Sull’altare del dividendo sono state quindi sacrificate attività con prospettive reddituali nettamente migliori di quelle rimaste nella banca.
Ultimamente Unicredit è assurta all’onore delle cronache per aver cooptato in consiglio, come presidente designato, Pier Carlo Padoan. Quello delle porte girevoli fra pubblico e privato è un problema annoso. E non riguarda solo l’Italia. Ma il caso Padoan è un unicum, in quanto nominato quando ancora autorevole deputato di un partito al governo, oltre che ex ministro dell’Economia. Un caso che non fa onore né al nominato né al consiglio di amministrazione che lo ha cooptato: visto il curricul



