Per convincersi che i numeri diano forma al mondo basta considerare quel 9,81 (metri su secondo quadrato) che è il valore della gravità sulla terra e che dalla mela di Newton in poi, dice quanto, e in definitiva come, un corpo in caduta libera acceleri verso il basso.

Ci sono numeri che, rappresentando forze, fanno sì che il nostro mondo e il nostro universo siano fatti in un modo e non in un altro. Che i pianeti si muovano in un modo e non in un altro. Sono numeri che appartengono alla natura e che, sostanzialmente, non possono cambiare.

Poi ce ne sono altri, che stabiliamo, e danno, loro pure, una forma al mondo, e ci dicono – come la gravità – quali sono i movimenti possibili.

I soldi sono numeri, per esempio, se li abbiamo possiamo consentirci certe cose, se non ne abbiamo possiamo farne solo altre, o niente; i titoli di studio sono numeri, senza un certo voto non possiamo accedere a certe specializzazioni, senza un certo numero di titoli di studio, non possiamo intraprendere certe carriere.

Ci sono poi numeri che obbligano i movimenti di un’intera comunità. Quali movimenti sociali, economici e produttivi immaginava Letizia Moratti legando la priorità di vaccino al Pil, per esempio, o che cosa intendeva Roberto Speranza, sottolineando che, dopo aver vaccinato 9 milioni di over 70 italiani, sarà possibile un ricalcolo del Rt.?

Ecco, l’Rt appartiene a quei ventuno parametri, 21 numeri, che obbligano i nostri movimenti e innescano una metrica (una distanza) sociale. Alcuni di questi parametri (i posti di terapia intensiva) sono costanti, non dipendono dal tempo (o sì, ma purtroppo variano così lentamente da poter essere considerati costanti: puoi aumentare le terapie intensive in emergenza sanitaria, ma costa troppo mantenerle nella normalità, perché, sanità e scuola non sono considerati settori strategici al pari, per esempio, della difesa, finanziata anche in tempo di pace), altri, pur essendo numeri, variano nel tempo. Come Rt. 

Rt è il numero medio di persone che ciascun individuo infetto può contagiare in un certo istante t dell’epidemia. Pensate a una freccia che da zero e passando per 1 2 3 4 5… arrivi a t, e continui. Ecco, Rt è un R0 – il tasso di contagio all’inizio, t=0, che è fisso e noto per molti fenomeni epidemici dalla malaria alla Sars – ecco, dicevo, Rt è un R0 successivo alla modellizzazione del contagio (curve con gobbe che ci sono diventate familiari) e alle misure di contenzione adottate (distanziamento fisico, mascherine, campagna vaccinale).

Calcolare Rt non è facile, ma è giusto ricordare che viene computato – questo numero che come una forza di gravità non della natura ma della cultura, governa i nostri movimenti – sui casi sintomatici (per omogeneità nella procedura di calcolo), ma potrebbe essere calcolato altrimenti, per esempio, includendo gli asintomatici. Se Rt fosse diverso, i nostri movimenti sarebbero diversi.     

Chiedersi da dove escono questi numeri che ci muovono il corpo, chiedere che essi siano chiari e accessibili, è una domanda che non riguarda solo la matematica, ma la politica, e dunque il nostro abitare un mondo del quale possiamo decidere, con i numeri, le leggi del moto.

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