dopo donald trump e capitol hill

Non solo Steve Bannon, l’ideologia separatista dei conservatori nazionalisti americani

FILE - Former White House strategist Steve Bannon poses prior to an interview with The Associated Press, in Paris, May 27, 2019. Bannon, a longtime ally to former President Donald Trump, was indicted Friday, Nov. 12, 2021, on two counts of contempt of Congress after he defied a congressional subpoena from the House committee investigating the insurrection at the U.S. Capitol. (AP Photo/Thibault Camus, File)
FILE - Former White House strategist Steve Bannon poses prior to an interview with The Associated Press, in Paris, May 27, 2019. Bannon, a longtime ally to former President Donald Trump, was indicted Friday, Nov. 12, 2021, on two counts of contempt of Congress after he defied a congressional subpoena from the House committee investigating the insurrection at the U.S. Capitol. (AP Photo/Thibault Camus, File)
  • Mentre l’ideologo del primo trumpismo Steve Bannon si prepara a essere interrogato dall’Fbi intorno ai fatti di Capitol Hill, l’attenzione dovrebbe spostarsi verso i lavori della National Conservatism Conference promossa dalla Edmund Burke Foundation.
  • Gli interventi si susseguono dall’inizio del 2021. L’armamentario ideologico è sempre lo stesso: l’identità americana subisce l’attacco di una ideologia globalista che vuole soppiantare le culture nazionali.
  • Non possiamo mancare di notare che è fra queste file che si devono cercare i più pericolosi avversari di Trump, gli unici capaci di parlare al suo elettorato e di sfilargli, anche grazie al vantaggio dell’età, il terreno sotto i piedi.

Per continuare a leggere questo articolo