- Oggi Mario Draghi inizierà a presentare il Pnrr al Parlamento, entro venerdì lo consegnerà a Bruxelles e così si chiuderà la prima parte di questa vicenda, iniziata male e continuata e senza un vero dibattito pubblico intorno a scelte strategiche sul futuro del paese.
- Ora si apre una nuova fase, nella quale i partiti tornano inevitabilmente centrali. Draghi può aver gestito in notevole autonomia la stesura del Pnrr, ma non può riformare da solo la pubblica amministrazione, la scuola, il mercato del lavoro…
- Finora soltanto la Lega ha dimostrato di avere un’agenda: cerca di imporre temi e misure, ingaggia battaglie di principio.
«Ora più che mai è necessario rimanere uniti», dice il capo dello Stato Sergio Mattarella in un 25 aprile che ricorda una liberazione e ne promette un’altra, da quella dal fascismo a quella dalla pandemia. Gli appelli all’unità valgono anche le forze politiche, costrette a rimanere unite almeno fino alla fine del semestre bianco, cioè fino alla scelta del successore di Mattarella a gennaio 2022. E chissà se quell’unità sarà convivenza forzata oppure, come ipotizzava ieri su questo giornale Rino



