- Il professor Alessandro Orsini continua a offrire nuovi argomenti ai suoi critici che ne contestano le partecipazioni televisive, pagate o gratuite. Il problema non è tanto se sia filo-putiniano, ma se le sue argomentazioni abbiano un qualche senso. Spoiler: non ce l’hanno.
- In modo involontario, Orsini ci offre però una lezione di metodologia di ricerca nelle scienze sociali.
- Dopo aver sostenuto che una variabile indipendente (la presenza o meno della Arabia Saudita nella black list dell’Onu) determinava la variabile dipendente (il numero di bambini morti), si trova costretto a riconoscere che la variabile indipendente è spiegata da una terza variabile che non aveva incluso nella sua equazione originaria, cioè l’intensità del conflitto.
Il professor Alessandro Orsini continua a offrire nuovi argomenti ai suoi critici che ne contestano le partecipazioni televisive, pagate o gratuite. Il problema non è tanto se sia filo-putiniano, ma se le sue argomentazioni abbiano un qualche senso. Spoiler: non ce l’hanno. Nel suo nuovo articolo sul Fatto Quotidiano argomenta quanto già aveva detto nell’ultima puntata di Piazza Pulita. Me ne occupo soltanto perché Orsini risponde alle obiezioni che gli avevo fatto in un precedente articolo e



