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I risvolti “in-politici” della consacrazione di Francesco

Pope Francis gestures as he presides over a special prayer in St. Peter's Basilica at the Vatican, Friday, March 25, 2022. Francis is presiding over a special prayer for Ukraine that harks back to a century-old apocalyptic prophesy about peace and Russia that was sparked by purported visions of the Virgin Mary to three peasant children in Fatima, Portugal in 1917. (AP Photo/Gregorio Borgia)
Pope Francis gestures as he presides over a special prayer in St. Peter's Basilica at the Vatican, Friday, March 25, 2022. Francis is presiding over a special prayer for Ukraine that harks back to a century-old apocalyptic prophesy about peace and Russia that was sparked by purported visions of the Virgin Mary to three peasant children in Fatima, Portugal in 1917. (AP Photo/Gregorio Borgia)
  • «Un’Ave, un Padre e un Gloria pò fa’ cambia’ la storia», prega Aldo Fabrizi nella bellissima parodia cinematografica del ’73 di Tosca, a firma di Luigi Magni. Bella quasi quanto l’originale di Puccini.
  • “In-politico” è un aggettivo che qualche anno fa ha coniato Gustavo Zagrebelsky, per dire che la Corte costituzionale è immersa fino al collo nella politica quella buona, quella della cornice di valori fondativi della società, ma allo stesso tempo è estranea alla politica quella brutta, cioè quella degli interessi particolari in conflitto tra di loro.
  • Per una sorta di eterogenesi dei fini, la consacrazione della Russia – da decenni oggetto di istanze del mondo cattolico tradizionalista – è stata fatta nel momento in cui è proprio la Russia la «terza Roma» verso cui questo mondo si rivolge più o meno dichiaratamente, ed è stata fatta da un Papa che proprio questo mondo non ha mai completamente digerito.

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