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Ora i partiti si ribellano al consenso per Draghi

  • Se immaginassimo una lettera scritta a Natale dai partiti e inviata al presidente del Consiglio, farebbe più o meno così: «Caro Mario Draghi,
    un po’ lo sapevamo che eri bravo, anzi, super, un po’ lo speravamo. Finora ci è andata bene e siamo soddisfatti. Tuttavia, ci sembra che nelle ultime tre/quattro settimane tu stia un po’ esagerando. Non soltanto ci hai messi molto in ombra con il tuo consenso sempre intorno al 60 per cento degli italiani, mentre noi siamo sostanzialmente bloccati, quasi congelati».
  • «Il merito, anche sull’onda del profluvio di elogi che vengono dall’Europa (ma chi ha detto che The Economist ne sa più di noi e ha sempre ragione?), sembra andare quasi esclusivamente a te, alla tua enorme competenza, al tuo gradissimo prestigio, alla tua visione».
  • «Dunque, per noi è venuto il momento di prendere qualche distanza da te e di mostrare agli elettori (e ai commentatori) che contiamo. Vogliamo chiamarlo il ritorno della democrazia che segna i confini dell’attività della tecnocrazia? L’etichetta c’interessa poco. Vorremmo più visibilità e più potere non necessariamente contro di te, ma dimostrando che anche noi sappiamo scegliere e decidere»

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