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Per Autostrade meglio una revisione drastica che la revoca

LaPresse
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  • In attesa delle sentenze penali, che potrebbero modificare radicalmente il quadro, ci sono già tutti gli elementi per dichiarare Aspi gravemente carente negli obblighi di manutenzione.
  • Se si dà ciò per assodato, l'altra via è chiara. Non revoca, almeno allo stato, ma revisione del contratto, con drastiche modifiche sul modo di calcolo degli aumenti dei pedaggi, sulla remunerazione degli investimenti riportandone la remunerazione a livelli coerenti con i tassi di mercato.
  • Il tutto soggetto a controlli pubblici finalmente penetranti ed effettivi, modificando alla radice il quadro attuale.

L'inesperienza al governo costa cara; il conto lo paga il Paese. Sono tanti casi, se ne potrebbe fare un'antologia. I più noti, e longevi, sono Ilva e Alitalia, su cui troppo ci sarebbe da dire e tanto s'è già detto. Iniziamo invece l'antologia da Autostrade per l'Italia (Aspi), società  controllata, per il tramite della finanziaria Atlantia, quotata sul mercato, da Edizione, finanziaria della famiglia Benetton. Tutto parte dal modo impulsivo con cui il governo Conte 1 reagì alla tragedia del Po

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