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Per gli statali lo smart working è senza privacy

  • La ministra Dadone ha definito le linee guida per l’adozione del Piano organizzativo del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni. Il tema della privacy è assente.
  • Troviamo la disciplina in materia di protezione dei dati personali solo vagamente richiamata – peraltro con termini informali (“Gdpr”, il che è sorprendente in un documento ufficiale) – in una piccola nota a pie’ di pagina nel paragrafo relativo alla “Salute digitale” nel lavoro agile, e nulla più.
  • Confidiamo in una svista del governo, correggibile mediante un “pronto intervento” integrativo, magari da adottare urgentemente in collaborazione con il Garante privacy. Sarebbe un bel segnale, all’alba del 2021 e in piena era pandemica digitale.

Nello smart working pubblico, forzato dall’emergenza pandemica, sembra esserci una grande assente: la privacy. Facciamo un passo indietro: per smart working s’intende – come da definizione legislativa – una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro. L’articolo 14 della legge 124 del 2015 prevede che le amministrazion

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