Commenti

Per i detenuti non c’è riscatto Questo carcere è solo vendetta

Non solo Santa Maria Capua Vetera: Fabio Anselmo ha seguito da avvocato il caso di Rachid Assarag, detenuto che ha subito numerose violenze in diverse carceri italiane (foto LaPresse)
Non solo Santa Maria Capua Vetera: Fabio Anselmo ha seguito da avvocato il caso di Rachid Assarag, detenuto che ha subito numerose violenze in diverse carceri italiane (foto LaPresse)

I partiti tornino occuparsi  di diritti umani, non facciano compromessi. Le storie di abusi e violenze nelle celle sono molte. E spesso restano senza giustizia. Con due aggravanti: le famiglie delle vittime affrontano tutto da sole e le indagini subiscono depistaggi

  • Le vittime dei cosiddetti abusi delle forze dell’ordine sono lasciate sole. Lo stato quasi mai è al loro fianco per esigere verità e giustizia.
  • «Se la Costituzione fosse applicata alla lettera, questo carcere sarebbe chiuso da vent’anni, è fuori legge. Questo carcere con la Costituzione non ha nulla a che vedere». Diceva un brigadiere della polizia penitenziaria al detenuto Rachid Assarag, in una registrazione che svelato pestaggi e torture
  • Ma a Santa Maria Capua Vetere all’indifferenza si è affiancata la violenza bruta e organizzata. Cosa aspettiamo a farci carico del problema che è oramai sotto gli occhi di tutti?

Le storie di violenze di gruppo organizzate da agenti della polizia penitenziaria contro detenuti inermi si ripetono senza tempo secondo schemi collaudati. La solidarietà di alcune forze politiche, quella di alcune sigle sindacali e le coperture delle amministrazioni di competenza ne garantiscono una sostanziale impunità. Le gravi responsabilità vengono via via sfumate dal decorso del tempo, perdendosi nell’oblio e creando un terreno fertile per depistaggi e insabbiamenti. Le vittime dei cos

Per continuare a leggere questo articolo