Il caso Ong e quello Mimmo Lucano

Perché la questione dei giornalisti intercettati riguarda tutti

  • Nell’ambito dell’inchiesta sui salvataggi in mare delle Ong a Trapani e, scopriamo ora, in quella su Mimmo Lucano a Locri per mesi gli investigatori hanno ascoltato decine di giornalisti che si occupavano dell’argomento più caldo del momento.
  • Con la (grave) eccezione di Nancy Porsia a Trapani, i giornalisti venivano intercettati perché parlavano con soggetti indagati. Può capitare.
  • Ma poi i magistrati hanno scelto di includere nei fascicoli delle inchieste anche conversazioni irrilevanti, dettagli personali, scambi con le fonti e con i colleghi in redazione.  A che scopo? Per compiacere l’autorità politica del momento?

Due vicende parallele rivelano un quadro inquietante: in una stagione nella quale il tema politico principale era quello dei migranti, praticamente tutti i giornalisti che si occupavano dell’argomento erano ascoltati dall’autorità giudiziaria.  Gli anni sono quelli tra 2016 e 2017, quando al Viminale c’era Marco Minniti (Pd, ora dirigente di Leonardo-Finmeccanica) che competeva con Lega e Cinque stelle nel cercare i consensi tra chi temeva “l’emergenza immigrazione”. Un’emergenza diventata tale

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