- Mi arriva, come credo a molti altri giornalisti, un appello. Immagino con l’implicita proposta di firmarlo: Noi stiamo con Roberto, si chiama. Cioè una difesa di Roberto Speranza, ministro della Salute.
- Il fatto che Speranza appartenga a un partito di sinistra come LeU non può essere né una ragione per esasperare le critiche e chiederne le dimissioni ma neppure per schierarsi a testuggine a sua difesa soltanto perché “guai a chi tocca uno dei nostri”.
- Che poi l’Italia sia un paese in cui i giornalisti si schierano volentieri a difesa del potere, invece che mantenersi a una sana distanza di sicurezza, spiega tanto anche della scarsa qualità dell’informazione, i cui effetti (anche letali) abbiamo visto in questo anno.
Mi arriva, come credo a molti altri giornalisti, un appello. Immagino con l’implicita proposta di firmarlo: Noi stiamo con Roberto, si chiama, e lo ha lanciato lo scrittore Maurizio De Giovanni. Si tratta di una difesa di Roberto Speranza, ministro della Salute, che «è stato e continua a essere un punto di riferimento decisivo» (di chi non viene esplicitato) ma che ora è «nel mirino di un attacco politico e personale ignobile». Seguono firme di molte figure della sinistra, da Corrado Augias a d



