- Dal 1993 ad oggi, ad intervalli regolari, i governi sono stati guidati da “tecnici” visti come gli unici soggetti in grado di evitare il deragliamento della politica italiana.
- I cosiddetti governi tecnici non esistono giacché ciascuna scelta di un governo o di un parlamento nasce da problemi che riguardano la polis e deve tenere conto delle preferenze dell’elettorato e dei partiti.
- La democrazia italiana è in difficoltà perché troppi attori politici navigano a vista, si sono inaridite le radici delle culture politiche storiche e i nuovi partiti faticano a definire una propria identità.
In questi giorni convulsi è stato sottolineato come Mario Draghi non ne potesse più di essere “tirato per la giacchetta”. E così, di fronte dell’ennesima sfida di Conte, abbia deciso di lasciare. Il governo guidato dal “tecnico” Mario Draghi è caduto come tanti altri governi italiani. Ed è caduto a causa dei dissidi interni alla maggioranza parlamentare. Niente di nuovo sotto al sole. Eppure emergono diversi elementi che inducono a riflessioni di più ampio respiro sulla crisi della democraz



