Il problema con i partiti

Perché soltanto in Italia ci sono stati così tanti governi tecnici?

Italy's Prime Minister Mario Draghi applauds following the speech of the Senate speaker, prior to himself addressing the Senate the Senate in Rome Wednesday, Feb. 17, 2021, before submitting his government to a vote of confidence. (Alberto Pizzoli/POOL photo via AP)
Italy's Prime Minister Mario Draghi applauds following the speech of the Senate speaker, prior to himself addressing the Senate the Senate in Rome Wednesday, Feb. 17, 2021, before submitting his government to a vote of confidence. (Alberto Pizzoli/POOL photo via AP)
  • Dal 1993 ad oggi, ad intervalli regolari, i governi sono stati guidati da “tecnici” visti come gli unici soggetti in grado di evitare il deragliamento della politica italiana.
  • I cosiddetti governi tecnici non esistono giacché ciascuna scelta di un governo o di un parlamento nasce da problemi che riguardano la polis e deve tenere conto delle preferenze dell’elettorato e dei partiti.
  • La democrazia italiana è in difficoltà perché troppi attori politici navigano a vista, si sono inaridite le radici delle culture politiche storiche e i nuovi partiti faticano a definire una propria identità.

In questi giorni convulsi è stato sottolineato come Mario Draghi non ne potesse più di essere “tirato per la giacchetta”. E così, di fronte dell’ennesima sfida di Conte, abbia deciso di lasciare. Il governo guidato dal “tecnico” Mario Draghi è caduto come tanti altri governi italiani. Ed è caduto a causa dei dissidi interni alla maggioranza parlamentare. Niente di nuovo sotto al sole. Eppure emergono diversi elementi che inducono a riflessioni di più ampio respiro sulla crisi della democraz

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE