Piero Angela è stato il mentore televisivo degli animi curiosi, contrari a gingillarsi coi misteri e fiduciosi nel metodo scientifico che sperimenta e formula spiegazioni valide fino a quando una prova contraria non le superi. Quanto è vasto e chi compone questo popolo a cui, per quanto ci riguarda, siamo convinti di appartenere in pratica da sempre?

Il popolo di Angela (a seguire le dinamiche dell’audience di Superquark – stagione 2021 – elaborate dallo Studio Frasi di Milano) ammonta a circa un sesto degli italiani, dai teenager ai centenari, ovvero a oltre dieci milioni di persone che più o meno regolarmente si sono alternate nel comporre il pubblico delle singole serate sedimentando uno share medio attorno al 13 per cento rispetto a chi sta guardando la televisione in quella sera.

Pubblico che, come è proprio ad ogni audience televisiva, non sta fisso a seguire per intero le due ore e venti primi del programma, ma entra ed esce, sbircia altro e quando il corpo urge va a dormire. Fra chi resta di più e chi rimane meno, la permanenza d’ascolto media è di una trentina di minuti, più elevata di quella dei migliori fra i talk show a indicare che ogni istante è ben legato al successivo da una solida narrazione espositiva, agevolata dalla struttura “ad argomenti” che consente l’ascolto parziale, tipico della tv, ma esauriente in rapporto ad ogni singola questione.

L’audience più attratta da Angela è quella degli ultra cinquantenni, compiaciuti di scoprire che il loro mondo, in fondo in fondo, non è quel caos senza senso di cui sospettano ogni tanto. Ma non basta l’età a spingerti a vedere Superquark, perché serve anche una buona base d’istruzione e un reddito, per così dire, confortevole. Chi gode di questi connotati ha, per esempio, il 30 per cento di probabilità in più di farsi prendere dalle questioni esaminate in Superquark e, ne siamo certi, in ciò che gli somiglia.

Siamo dunque in presenza di un pubblico elettivo solido, ma “a parte” rispetto alla platea più vasta che Rai Uno è tenuta a radunare. Per questo Superquark è sempre stato programmato in estate, quando lo scontro pubblicitario è alle spalle oppure ancora da venire e gli aggregati di platee della Rai si possono scomporre senza provocare cataclismi nei bilanci.

Una scelta volta a proteggere il programma, ma che destina uno dei migliori programmi dell’azienda a un contesto stagionale “residuale”, come se l’audience di Rai1 non ce la facesse a stare tutta insieme e fosse composta di parti che reciprocamente si respingono. Un bel problema per il servizio pubblico che per motivare i soldi del contribuente, ha il compito oggettivo di tenere insieme tutto e il suo contrario, ma senza apparecchiare stanze separate.

Che Superquark, pur col suo linguaggio chiarissimo e sposato col rigore, non sia “di tutti”, ma sia catturato anch’esso da logiche di pubblico tribali, emerge guardando i percorsi degli spettatori di una serie di programmi di Mediaset e La7.

Nella platea di Superquark sono numerosi gli spettatori che sono soliti seguire i talk show di La7 (8 e mezzo, Piazza Pulita, DiMartedì) che non per caso immaginiamo simili ai tanti, e tanto accomunati nel linguaggio, che abbiamo visto intervistati, da ultimo in occasione delle esequie.

Assai più distanti sono invece i fedeli di Non è l’Arena di Giletti, insieme a quelli che seguono i talk show di Rete4 (Diritto e Rovescio, Fuori dal coro, Quarta Repubblica, Stasera Italia), la rete di battaglia della destra. Possibile che la scienza sia diversa e susciti reazioni di interesse o di rigetto a seconda che la si guardi da destra o da sinistra? Parrebbe assurdo, eppure è quanto traspare da questi dati d’audience, almeno in linea di tendenza posto che il linguaggio di Angela era perfetto nello sforzo d’appianare ogni altra possibile differenza di carattere sociale ed educativo.

In altri termini, tu puoi anche fare il programma meno divisivo e libero dai gladiatori d’opinioni, ma tutto orientato a convergenze di carattere scientifico. Però quando vai ai riscontri, scopri che non c’è scampo, e le propensioni del pubblico ti arruolano.

 

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