- Intrigante il discorso proposto su questo giornale da Gianfranco Pasquino. Scorgere nel politicamente corretto la trama potenzialmente insincera di ciò che si considera lecito dire o non dire aiuta a sciogliere un paio di rischi.
- Allora dove piantare i confini per consentire a politically correct e cancel culture di ancorarsi all’ambito del ragionevole? La mia risposta è che non lo so. In questo sposo la premessa di Pasquino sulla complessità della materia.
- Con un’aggiunta. Temo che l’intera discussione risenta di uno scadimento del discorso pubblico nonché del grado di reputazione delle cosiddette élite o classi dirigenti.
Intrigante il discorso proposto su questo giornale da Gianfranco Pasquino. Scorgere nel politicamente corretto la trama potenzialmente insincera di ciò che si considera lecito dire o non dire aiuta a sciogliere un paio di rischi. Il primo è cedere all’ipocrisia di chi pensa e non parla, così limitando la propria libertà. L’altro è alimentare una censura delegando a una giuria di dubbia legittimità il diritto di scomunica verso chi dissente con troppo rumore dall’opinione prevalente e ritenuta g



