Il fenomeno dei femminicidi, o più in generale della violenza di genere, è transnazionale e transculturale. Tuttavia, la letteratura scientifica può aiutarci a comprenderne le radici. Esso poggia su due elementi principali: “oggettivizzazione” delle donne (la donna non più persona, ma oggetto da possedere e usare) e alterata percezione del consenso femminile (l’incapacità di alcuni uomini di riconoscere ed accettare un rifiuto).

I fattori che strutturano e sedimentano tali comportamenti sono diversi e, in molti casi, sono sottovalutati. Partiamo da un fattore di rischio che è sotto i nostri occhi da alcuni anni ed al quale ci siamo forse colpevolmente abituati: l’accesso al porno da parte dei minori (a partire anche dagli 8‐9 anni).

Lo studio del fenomeno 

Quali sono i numeri del fenomeno e quali i rischi? Sebbene la consapevolezza dei genitori rispetto al consumo di materiale pornografico da parte dei loro figli rimanga molto bassa, già nel 2020 Gail Hornor sul Journal of Pediatric Health Care riportava una percentuale del 98 per cento di adolescenti europei tra i dieci e i 19 anni che aveva consumato materiale pornografico online. Una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata il mese scorso sugli Anales de Pediatria rileva che sono i maschi a visionare più frequentemente ed in età più precoce materiale pornografico, preferendo contenuti anche violenti.

Un ruolo nelle quantità e qualità del consumo è giocato dall’essere accettati e riconosciuti nel gruppo dei pari. I rischi dell’esposizione partono da una costruzione distorta dell’immaginario sessuale, con la tendenza all’emulazione dei comportamenti osservati ed alla normalizzazione di pratiche che dovrebbero nascere solo attraverso una crescita di coppia condivisa e consapevole.

Questo porta ad un più precoce inizio dell’attività sessuale, alla messa in atto di pratiche sessuali a rischio e ad una scarsa consapevolezza dei rischi collegati alle malattie sessualmente trasmissibili (i numeri sulle malattie sessualmente trasmissibili in preadolescenti e adolescenti richiederebbe un articolo a sé stante).

Cosa ancora più importante è che i dati rilevati dal lavoro di Miras e Areste dimostrano come l’esposizione precoce a materiale pornografico altera la capacità dei giovani maschi di comprendere il “consenso” della partner, portando ad atteggiamenti aggressivi e coercitivi ed a mancanza di empatia verso l’altra persona.

Essa diviene solo il “luogo” dove si possono realizzare i propri desideri. In altre parole, l’esposizione al porno in tenera età porta ad una perdita dell’immaginazione e della magia che dovrebbe accompagnare la scoperta del proprio corpo e del corpo dell’altro, in quello che è un ambito fondante le future relazioni sentimentali.

La fruizione precoce e continua di materiale pornografico porta alla creazione di modelli di comportamento basati su ricerca della performance, della gara, dell’utilizzo dell’altro e, non raramente, della sopraffazione.

Come risolvere il problema

Cosa si può fare per aiutare i ragazzi? È chiaro a tutti che provare a bloccare l’accesso al materiale pornografico ai minori in un mondo iperconnesso è un obiettivo di difficile realizzazione, sebbene diversi stati (compresa l’Italia) ci stiano provando. Il cuore del problema sta nell’educare i ragazzi alla conoscenza dei propri sentimenti e del proprio corpo ed al rispetto dei sentimenti e del corpo dell’altra/o.

Esiste un rapporto che potrebbe essere preso in considerazione come guida nell’affrontare il tema dell’educazione alla sessualità. È il rapporto dell’Unesco “The journey towards comprehensive sexuality education: global status report”.

Proprio in questi giorni il tema dell’educazione sessuale è stato ripreso dal ministro dell’Istruzione e quello che dobbiamo augurarci è che non diventi un tema di parte. Frattanto, davanti ad una generazione di giovanissimi che entra in contatto con contenuti che impattano sulla loro capacità di relazionarsi agli altri, la famiglia non può abdicare al compito di formare alla bellezza ed all’unicità dei sentimenti ed alla magia che può essere l’incontro di due corpi. Non si tratta solo di porno.

© Riproduzione riservata