- Quello che cerchiamo di fare con Second Tree è ribaltare quel paradigma, mostrare i profughi in un’altra luce, come un bacino di talenti che all’Europa conviene accogliere.
- Non è facile, perché vuol dire rinunciare all’immaginario che romanticizza le vittime, che feticizza l’assistenza. Che vede la persona che aiuti come una collezione o una somma di necessità, come un “bisognoso”.
- Piccole realtà come la nostra possono certamente coltivare i frutti di un cambio di percezione, e perciò di approccio nei confronti dei migranti. Ma questi frutti devono essere portati al mercato (l’opinione pubblica) e venduti (raccontati) da una politica più coraggiosa.
Perché dobbiamo cambiare la nostra idea di aiuto umanitario
24 maggio 2021 • 12:35Aggiornato, 24 maggio 2021 • 12:37