La “diplomazia del funerale” ha portato Trump e Zelensky a parlarsi. Ma al di là della cortina fumogena della tregua di maggio, la Russia non mostra di voler fare marcia indietro su quelle che definisce le «condizioni minime» di una trattativa: il controllo sulla Crimea e delle altre zone occupate. Insomma, punta ancora al malloppo pieno
La “diplomazia del funerale” (funeral diplomacy) nella politica internazionale, prassi che risale al Medioevo e si è intensificata dagli anni Sessanta del secolo scorso, ha costituito un’importante opportunità per normalizzare il dialogo tra il presidente Donald Trump e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo lo scontro verbale alla Casa Bianca di quasi due mesi fa. La potente immagine della loro “confessione” all’interno della Basilica di San Pietro ha innescato diverse suggestioni, vo



