Dal 28 giugno in zona bianca non si dovrà più indossare la mascherina all’aperto. L’aveva anticipato Mario Draghi in conferenza stampa, il 18 giugno scorso: «Ancora non abbiamo una data per quando potremo togliere le mascherine all'aperto. Altri paesi lo hanno fatto, noi aspettiamo il parere del CTS». Il giorno dopo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva rivolto una richiesta di parere al Comitato tecnico scientifico, e nella serata del 21 giugno il parere è arrivato.

«Le mascherine rappresentano uno dei mezzi più efficaci per la riduzione della circolazione del virus» afferma il Comitato, come risulta da quanto riportato su Quotidiano Sanità. Secondo gli scienziati, «lo scenario epidemiologico è caratterizzato da una incidenza stabilmente e significativamente sotto i 50 casi per 100.000 abitanti nei 7 giorni indicativa di una contenuta circolazione del virus SARS-CoV-2»: questo «si tradurrà in un quadro nazionale che dalla prossima settimana vedrà tutte le regioni in zona bianca». Pertanto, il CTS ritiene che a partire dal 28 giugno, quando tutta Italia sarà zona bianca, ci siano le condizioni «per superare l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine all’aperto salvo i contesti in cui si creino le condizioni per un assembramento (es: mercati, fiere, code, ecc.…)».

Tuttavia, le persone dovranno «sempre portare con sé una mascherina in modo da poterla indossare ogni qualvolta si creino tali condizioni». Inoltre, la mascherina dovrà «essere sempre indossata negli ambienti sanitari secondo i protocolli in essere». L’obbligo resta anche «in tutti i mezzi di trasporto pubblico». Infine, dovranno «essere rispettate le disposizioni e i protocolli stabiliti per l’esercizio in sicurezza delle attività economiche, produttive e ricreative».

Subito dopo il parere del Comitato tecnico scientifico, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dato via Twitter il segnale di volerlo recepire in un provvedimento formale. «Dal 28 giugno superiamo l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in zona bianca - ha scritto Speranza - ma sempre nel rispetto delle indicazioni precauzionali stabilite dal Cts».

Ha esultato Matteo Salvini, passando subito alla prossima battaglia leghista, l’apertura delle discoteche, nonché il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo cui «eliminare l'obbligo della mascherina è anche un grande segnale a tutta l'Europa per dire che l'Italia vuole essere protagonista di questa nuova fase».

La controversa norma sulle mascherine

La regola sulle mascherine è stata molto controversa, a livello sia interpretativo sia applicativo. Il decreto-legge del 18 maggio (n. 65/2021) dice che, fatto salvo quanto diversamente disposto, fino al 31 luglio 2021 continua ad applicarsi il Dpcm del 2 marzo 2021, secondo cui – tra le altre cose - c’è l’obbligo di indossare «dispositivi di protezione delle vie respiratorie» nei «luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all'aperto». Ciò salvo che «sia garantito in modo continuativo l’isolamento». E “isolamento continuativo” è concetto diverso dalla «distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro», di cui si parla qualche comma dopo.

Su queste pagine avevamo fornito l’interpretazione della norma vigente - la regola è indossare la mascherina, a meno che non sia garantita una situazione di assoluto isolamento - e l’avevamo sostenuta nonostante alcuni affermassero che non vi fosse obbligo di mascherina all’aperto, ma solo di portarla con sé e indossarla in caso di assembramento. L’assenza di controlli, quindi di sanzioni, veniva richiamata a favore di quest’impostazione meno restrittiva.

Invece, il recente parere del CTS conferma che è corretta l’impostazione che noi avevamo dato, a dispetto di quella fornita da altri. Solo dopo il prossimo provvedimento ufficiale, infatti, non si dovrà più indossare la mascherina all’aperto, e basterà portarla con sé, per metterla obbligatoriamente nelle situazioni nelle quali non sia possibile mantenere un idoneo distanziamento.

Si auspica che il rispetto della nuova norma sia verificato, affinché non passi il messaggio affermatosi per quella precedente, e cioè che ciascuno possa interpretarla, e addirittura violarla, a proprio piacimento.

Infatti, se nessuno accerta che una disposizione sia osservata, si induce il convincimento che la stessa non serva. Se le regole di contrasto al Covid-19 sono un presidio effettivo, le si faccia rispettare, altrimenti vi si rinunci. È questione non solo sanitaria, ma di certezza del diritto.

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