Babyshaming

Quentin Inventino e la morale delle storie che raccontiamo

  • Ogni volta che lanciamo un messaggio in rete, i nostri discorsi escono dalla nostra bocca già letti, già confutati, pre-interpretati dai pregiudizi.
  • La settimana scorsa ho raccontato dello stupore di mia figlia alla scoperta che nella finale di Champions League non giocano le femmine: apriti cielo, sembrava che volessi cambiare le regole del calcio mondiale.
  • C’è una diffusa paranoia che tutto sia propaganda progressista, anzi "woke". Come se fosse woke ogni tentativo di riflettere sull'educazione di una bambina in una società che cambia.

Mia figlia, quattro anni: «0,1,1,2,3,5,8,13,21,34...» «Guarda che non si conta mica così». «Ma papà, è la serie di Fibonacci!». La maledizione che pesa su di me fin dalla più giovane età è che nessuno capisce il mio umorismo. Ad esempio quando ho pubblicato il tweet qua sopra, più di un anno fa, sono stato sommerso da commenti che mi accusavano di essere un mitomane: ecco qua, è arrivato Quentin Inventino!  A me pareva abbastanza improbabile (e quindi surreale) che una bambina conoscesse la s

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE