- Martedì 12 ottobre presso la Commissione Parlamentare Vigilante sulla Rai si è tenuto, ed è tuttora visibile sulla web tv della Camera, il confronto fra il principio di realtà e il modo di ragionare della politica corrente.
- La questione è se la Rai possa svilupparsi o regredire. Da qui alcune “modeste proposte” mirate ad aumentare i ricavi senza entrare nelle tasche degli abbonati.
- Nell’insieme si è potuta contemplare l’intera gamma che passa fra l’impotenza ad affrontare le questioni di sostanza e la pervicacia a torcere il futuro di un’azienda pubblica verso interessi di lobby e personali.
Martedì 12 ottobre presso la Commissione Parlamentare Vigilante sulla Rai si è tenuto, ed è tuttora visibile sulla web tv della Camera, il confronto fra il principio di realtà e il modo di ragionare della politica corrente. La realtà era rappresentata, per onere d’ufficio, dall’ancora fresco Amministratore Delegato, Carlo Fuortes, impegnato a riferire che, dopo tredici anni di riduzione delle entrate pubblicitarie attratte sempre più dai social, la Rai non dispone delle risorse indispensabili



