- Da qualche anno le tv pubbliche in Inghilterra, Francia e Germania sono bersaglio dell’onda populista che le attacca, in quanto agenti delle élite, urbane, globali e dimentiche delle sorti dei “perdenti” che, sparsi per lo più nel mondo rurale e provinciale s’arrangiano con micro aziende proprie e piccoli commerci.
- Prima dello scontro con Fedez, la situazione italiana pareva calma, col suo tran tran di rimbrotti dai politici e moralisti d’ogni risma, mentre il Governo guardava altrove, salvo fare la cresta sul gettito del canone che viene preteso in conto Rai, ma per un sesto va a sistemare i conti d’altri.
- Con la pandemia tutti i servizi pubblici televisivi, Rai compresa, hanno goduto di inusuali ascolti. Ma era facile aspettarseli dalla gente chiusa in casa ad attendere gli ultimi bollettini del contagio.
L’attacco alla Rai dopo il concerto del Primo maggio non è una novità. Da quando esistono, le radiotelevisioni pubbliche subiscono le critiche di altri media, ai quali paiono ingombranti, e di politici che si rendono visibili facendo surf sulle chiacchiere correnti. Da qualche anno, tuttavia, le tv pubbliche in Inghilterra, Francia e Germania sono bersaglio dell’onda populista che le attacca. Vengono considerate agenti delle élite, urbane, globali e dimentiche delle sorti dei “perdenti” che,



