Lasciamo da parte per un secondo le considerazioni sul personaggio Matteo Renzi, sulla sua arroganza, sul fatto che fa dimettere due ministre e per oltre un’ora se le tiene accanto mute in conferenza stampa, prima di dar loro la parola. Lasciamo stare la scarsa simpatia che il messaggero suscita, e guardiamo il messaggio.

Renzi contesta a Conte che l’Italia è il paese europeo con il maggior numero dei morti da coronavirus, con il peggior calo del Pil, con il maggior numero di giorni di scuola persi per gli alunni. Accusa poi il governo di aver provato a far passare in Consiglio dei ministri un Recovery plan da 200 miliardi mai discusso neppure all’interno dello stesso governo, abbinato a un decreto per affidarne la gestione a una struttura decisa e controllata dal presidente del Consiglio con un paio di ministri.

Renzi dice che Conte sta provando a prendersi i “pieni poteri” che il parlamento ha negato a Matteo Salvini. Non tutte le critiche a quel progetto (abbandonato) di governance hanno questi toni, ma certo sono state parecchie e argomentate.

Tutte cose difficili da smentire e che anche una grossa parte del Partito democratico pensa, anche se non osa dirlo. La timida reazione di Conte all’attacco eversivo al parlamento americano aizzato dall’amico Donald Trump ha suscitato imbarazzi ben oltre i ristretti confini dell’elettorato di Italia Viva.

Nella parte da rottamatore, insomma, Renzi risulta sempre efficace. Non è chiaro però perché e come la crisi aperta da Italia Viva dovrebbe aiutare a risolvere quei problemi.

Tra gli scenari che si intravedono nelle parole di Renzi c’è quello del rimpasto di ministri, o una specie di appoggio esterno da parte di Italia Viva al governo, con estenuanti negoziati, anche nell’ipotesi di far arrivare questa legislatura fino al 2023. Se il premier e gli alleati non si piegheranno all’ennesimo penultimatum, si valuteranno altre alchimie parlamentari o, più probabilmente, le elezioni alle quali il centrodestra del tandem Salvini-Meloni è favorito.

In nessuno di questi scenari si riesce a vedere un governo più rapido ed efficace nel gestire il piano vaccini, arginare l’ormai inevitabile terza ondata di virus e dare sostanza a un Recovery Plan ancora molto vago e incompleto.

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