Dopo un anno a dirigere un giornale ho tante cose ancora da imparare, sicuramente, ma almeno una l’ho capita: i politici non hanno ben chiaro come funziona l’informazione libera. Forse sono stati abituati male, forse hanno un’opinione dei giornalisti che i giornalisti non meritano. O forse, più probabilmente, pensano che la doppiezza e ambiguità che contraddistingue il loro comportamento si proietti anche sulla stampa che parla di loro. 

Prendiamo il caso di Goffredo Bettini che detta alle agenzie una dichiarazione a sostegno di Alessandro Onorato. Ora, Bettini ha la reputazione di essere molto influente nel Pd pur non ricoprendo alcun incarico ufficiale. È stato il grande teorico dell’alleanza giallorossa e di Giuseppe Conte «risorsa decisiva del fronte democratico» (si accontenta di poco). 

Alessandro Onorato è il coordinatore della lista civica del candidato sindaco del Pd a Roma, Roberto Gualtieri. Una lista civica che deve portare consensi al centro, e forse oltre, visto che Onorato ha attraversato tutto l’arco politico, si è candidato ben due volte con il centro o il centrodestra, poi è passato dal Pd, oggi è un pezzo chiave del progetto di Gualtieri per Roma, ma nutre anche una certa simpatia per Giorgia Meloni: «Non ho grande stima della destra romana, mentre rispetto Giorgia Meloni nella sua solidità e nel suo percorso», ha detto Onorato a Domani. 

Vietato parlare di Onorato

Perché, confesso, in campagna elettorale per le amministrative qui su Domani abbiamo pubblicato un articolo su Onorato. Non l’avessimo mai fatto. Perché Bettini detta alle agenzie una dichiarazione che dovrebbe imbarazzare lui per primo: «Da più parti è in corso una campagna denigratoria nei confronti di Alessandro Onorato, ispiratore della lista civica a sostegno di Gualtieri». Con chi ce l’ha?

Secondo lo stile più deteriore del dibattito interno del Pd, non si fanno nomi. Anche l’ex segretario Nicola Zingaretti, alter ego di Bettini, si è dimesso dalla guida del partito perché si «vergognava», ma non ha mai detto di chi o di che cosa. 

Onorato ha avuto qualche baruffa con Carlo Calenda, altro candidato sindaco a Roma, ma la dichiarazione di Bettini arriva solo dopo l’articolo di Domani (e dopo che dalla campagna di Gualtieri non hanno mancato di far sapere quanto poco è stato gradita l’attenzione giornalistica a Onorato). 

Prosegue Bettini: «Negli anni passati non avevo avuto occasione di conoscere Alessandro, seppure conoscessi la sua storia e le sue battaglie (non sempre in sintonia con le mie). Da quando ha accettato la sfida di questa difficile campagna elettorale amministrativa per Roma, ho avuto l'occasione di incontrarlo e parlarci più volte. È una persona di straordinaria vitalità, intelligenza e correttezza nei comportamenti. Può essere un 'pezzo' pregiato di una nuova classe dirigente democratica. Ecco perché lo hanno preso di mira». 

E, a scanso di equivoci, l’agenzia di stampa Adnknronos, precisa che la dichiarazione di Bettini è «in merito ad alcuni articoli di stampa pubblicati su Alessandro Onorato».

Ma il sindaco sarà Gualtieri o Onorato?

Siamo tutti felici che Bettini abbia una tale stima per questo imprenditore della ristorazione dalle grandi connessioni politiche, che a Roma pare conoscere tutti, anche – o forse soprattutto? – negli ambienti della destra, da cui arriva per esempio Massimiliano De Santis, imprenditore vicino a un boss della banda della Magliana e con una vicenda giudiziaria in corso cui abbiamo fatto cenno nel nostro articolo

Personalmente, non avevo nulla contro Onorato. Qualche settimana fa mi è perfino capitato di fare un aperitivo nel suo locale (non sapevo della connessione), si mangia anche bene. Ma adesso qualche domanda me la faccio.

Come è possibile che basta il minimo sindacale di attenzione che si dedica a un politico rilevante per scatenare una reazione di panico nel mondo di Gualtieri? Perché questo Onorato è così intoccabile?

I romani che pensano di votare Gualtieri, sanno davvero cosa stanno votando? Alessandro Onorato non è neppure candidato, eppure sembra essere più potente di tanti altri che nelle liste ci sono, con la loro faccia e il loro curriculum. Pare abbia anche già prenotato un posto da assessore al Commercio. 

Per chi come Gualtieri vuole governare una città ambigua e corrotta come Roma non è un bel segnale.

Comincia male un aspirante sindaco che risulta così soggetto all’influenza di un personaggio che non ha alcun ruolo formale se non quello di “coordinatore” (ma che ruolo è, poi?) di una lista che si dichiara civica proprio perché pretende di essere lontana dalle logiche della politica. 

Sull’idea che hanno alcuni esponenti del Pd dell’informazione indipendente, poi, non mi pronuncio. Bastano e avanzano le loro, di parole.

Va dato atto al candidato delle destre Enrico Michetti, del quale abbiamo scritto cose ben peggiori (tipo che ha copiato il suo programma elettorale o che le feste elettorali gliele organizza un senatore votato dalla mafia) che non ha mai trasceso in proteste o attacchi ai giornalisti. 

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