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Eppure qualcosa si muove dopo 40 mesi di guerra: un compromesso è obbligato

Sia Putin che Zelensky hanno finalmente compreso che sono costretti a rinunciare a parole d’ordine considerate fino a ieri “irrinunciabili” e che è necessario uscire dallo stallo. Alcuni ostacoli – come l’ingresso di Kiev nella Nato e il fatto che la Russia non potrà mai avere tutta l’Ucraina – sono stati tolti dal tavolo, ora si tratta di trovare gli aggiustamenti diplomatici. In tutto ciò lo zar vorrà apparire comunque come l’unico vincitore

Comunque finisca l'ignobile balletto del “vengo-non vengo” inscenato da Vladimir Putin neanche fossimo in una pièce comica invece che nella tragedia estrema della guerra, qualcosa si muove dopo 40 mesi di guerra in cui hanno parlato solo le armi. Quaranta mesi sono il tempo che purtroppo c'è voluto per capire che si può, anzi si deve, rinunciare a parole d'ordine “irrinunciabili” e alle quali ci si era impiccati nella foga del linguaggio patriottico necessario per esaltare i combattenti e serrar

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