Lega e Fratelli d’Italia hanno un chiaro obiettivo elettorale: conquistare il voto degli evasori fiscali, attuali, passati e futuri. Devono contendere quel mercato a Forza Italia, guidata da un condannato per frode fiscale, Silvio Berlusconi. Basta osservare le loro proposte sul contante per capire quale messaggio stanno dando: a gennaio 2023 doveva scattare l’ennesima riduzione del limite all’uso del contante a mille euro, dagli attuali duemila, ma il centrodestra compatto promette di evitarlo.

A incrociare i due programmi di Lega e FdI si nota il maldestro tentativo di ammantare di buon senso una proposta rivolta agli evasori. Il partito di Giorgia Meloni, che pure vuole alzare la soglia, finisce per ammettere che il contante è il carburante dell’evasione fiscale, tanto che promette l’ennesima “voluntary disclosure”: applicare le imposte al 50 per cento del contante regolarizzato «sul presupposto che quella quota corrisponda (a forfait) alle annualità ancora accertabili dal fisco», commenta il Sole 24 Ore.

Il problema di queste proposte, come si è visto in tentativi precedenti, è che per accumulare molto contante alle spalle del fisco di solito si commettono reati (falso in bilancio, riciclaggio o peggio) e dunque prima di auto-dichiararsi il potenziale beneficiario della “voluntary” vuole uno scudo penale. Cioè l’impunità, altrimenti finirebbe per mettersi al riparo dall’Agenzia delle entrate solo per trovarsi poi magari indagato.

Cash e libertà

La Lega ha un dettagliato programma di 174 pagine nel quale nega la premessa fatta propria da Fratelli d’Italia, cioè che il contante serva (anche) a sottrarre risorse al fisco. La Lega segnala soltanto che con il tetto a duemila euro «molti esercizi commerciali hanno perso l’opportunità di attrarre clientela, soprattutto straniera, abituata a spendere in contanti.

Ognuno deve essere libero di pagare nella modalità e quantità che preferisce». Le banconote, insomma, sono uno strumento di libertà e anche di sicurezza perché al riparo «da attacchi hacker o interruzioni di corrente elettrica». Per questo il partito di Matteo Salvini propone di portare la soglia massima lecita per operazioni in contanti a diecimila euro.

A leggere i dati del ministero dell’Economia sulle dichiarazioni dei redditi non dovrebbe essere un problema di massa, e neppure dei “commercianti” citati nel programma, se ci fosse coerenza tra redditi dichiarati e reali: nel 2020 i titolari di ditte individuali dichiaravano appena 19.900 euro.

L’aspetto singolare del programma leghista è che chiedono di alzare il tetto del contante sulla base di un parere legale della Bce, che si è espressa a proposito di una legge spagnola che vuole limitare a mille euro i pagamenti di chi fa operazioni a fini professionali (mentre resta il limite a diecimila euro per le transazioni private).

La Bce, che ha ribadito la sua posizione a marzo 2022, contesta un po’ di incoerenze nella legge spagnola (tipo il trattamento differenziato tra residenti e non residenti) e avanza il timore che il tetto a mille per transazioni professionali possa rendere impossibili alcune operazioni che altrimenti si sarebbero concluse e questo – raffinata argomentazione monetaria – metterebbe in discussione il “corso legale” dell’euro, cioè la sua validità universale come mezzo di pagamento (in banconote, in questo caso).

La Bce, però, riconosce la legittimità di limitare l’uso del contante per ragioni di contenimento dell’evasione fiscale e di lotta al terrorismo.

Un recente studio empirico della Banca d’Italia ha stimato che, in effetti, in Italia l’aumento delle soglie all’uso del contante genera più evasione fiscale, cioè sottrae valore all’economia legale e lo sposta nell’economia sommersa. Con perdita di gettito per lo stato e distorsione nella concorrenza, a vantaggio dei disonesti.

Michele Giammatteo, Stefano Iezzi e Roberta Zizza della Banca d’Italia hanno sfruttato le continue variazioni nella soglia per i contanti che hanno fatto dell’Italia una sorta di esperimento naturale perfetto per la ricerca economica: il tetto era a 12.500 euro fino al 2010, scende al 2,500 nel 2011, a mille dal 2012 con il governo Monti, lo alza quello Renzi nel 2016 a tremila euro, dal 2020 torna a duemila e nel 2023 è previsto scenda a mille. Gli economisti di Bankitalia concludono che un aumento dell’uno per cento nelle transazioni in contanti, determina un aumento della quota di valore aggiunto che va nel sommerso tra lo 0,8 e l’1,8 per cento.

Nel caso dell’ultima variazione del 2016, la scelta di alzare da mille a tremila per favorire i consumi (diceva Matteo Renzi) ha determinato un incremento del sommerso dello 0,5 per cento. Chi promette più contante promette più evasione fiscale.

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