A Salvini serve Vannacci: il mutuo aiuto di Pontida

Sul sacro pratone di Pontida dei fasti del passato è rimasto solo un muro bianco con la scritta verde: «Padroni a casa nostra». Il resto è show di un solo uomo al comando, Matteo Salvini. Il Capitano di un partito che si arricchisce di figurine estranee all’album di famiglia del Carroccio fondato da Umberto Bossi. Di tradizionale, dunque, al raduno annuale della Lega è rimasto ben poco: panini con la salamella, l’anziano travestito da vichingo con barba bianca sfumata di verde. Cambia persino la disposizione dei gazebo espositivi delle singole articolazioni regionali del partito Salvini premier. Un dettaglio, per i neofiti della manifestazione. In realtà è magia che trasforma, negli scatti destinati ai social, il pratone mezzo vuoto in una distesa densa di spettatori. La Lega Salvini premier non è la Lega Nord, per quanto il leader e vicepremier giochi all’illusionista con i suoi dissidenti interni. Di faide interne tra nordisti e sovranisti, tra blocco di estrema destra e autonomisti con principi antifascisti, si parla ormai da cinque anni. Cioè dall’inizio della fine dell’età dell’oro salviniana. C’è chi ha lasciato per barricarsi in un nuovo gruppo federalista, c’è chi ha stracciato la tessera, chi l’ha ancora ma si è isolato ai margini contro la linea di estrema destra e pro Russia imperante. Il vero strappo, tuttavia, ha bisogno di un’avanguardia con nomi pesanti, che finora è mancata: né Luca Zaia, né Giorgetti, né Attilio Fontana, né Massimiliano Fedriga hanno portato avanti ciò che molte volte hanno sussurrato nei circoli dei loro feudi elettorali. Chi li conosce bene e ha contezza delle dinamiche interne post bossiane, sintetizza i motivi in una frase: «I governatori hanno preferito badare ai propri interessi di governo piuttosto che ficcarsi in una guerra totale al segretario, Giorgetti invece ha sempre vissuto all’ombra dei numeri 1 del partito». La Pontida al via è la fotocopia della precedente. L’impronta è di estrema destra. Di autonomia si parlerà. Ma non sarà il tema centrale. La questione è appaltata ai veneti e ai lombardi come Fontana. Il loro contentino gentilmente offerto dal Capitano. Probabilmente verrà annunciata la candidatura del candidato presidente del Veneto, Alberto Stefani, che però è un salviniano non un uomo di Zaia. Per il governatore del Veneto, peraltro, sarà l’ultima Pontida da governatore. La destra prepara l’election day e bluffa sulle riforme Anche il resto del copione è un già visto dell’era Salvini. L’internazionale sovranista sarà presente così come il filorussismo strisciante, che ha ritrovato il coraggio di un tempo con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca non così ostile a Putin. A Pontida sarà presente Jordan Bardella, il delfino di Marine Le Pen. Non proprio una novità: la scorsa edizione aveva inviato un videomessaggio per dare manforte al Capitano che rischiava la condanna nel processo Open Arms. Ci sarà, poi, il figlio di Jair Bolsonaro, l’ex presidente del Brasile condannato a 27 anni per il tentativo di golpe nel 2022 e pure lui presente un anno fa in collegamento. Infine sfileranno i neofranchisti spagnoli Vox, gli orbaniani di Fidesz (il premier ungherese è stato ospite lo scorso anno) e i nazionalisti polacchi. Neppure la star è più una novità: Roberto Vannacci è ormai il vicesegretario. Il generale da mezzo milione di voti e nostalgico della fascistissima XMas. Un alieno per i padani nordisti, criticato da i vecchi senatori della Lega Nord, accusato persino di essere troppo fascista per stare dentro la Lega. Critiche che a Salvini non interessano tanto da avergli dato un incarico pesante nel suo partito. Il rapporto tra i due potremmo definirlo di mutuo aiuto: al Capitano serve come il pane il mezzo milione di voti del generale per arrestare la discesa sotto l’8 per cento, a Vannacci torna utile un partito perché i comitati da lui ispirati non sono in grado di condurre campagne elettorali dispendiose. E la Lega in questo può garantire: nel 2023 ha incassato più di 1 milione da società private. Il leader leghista può contare su un altro aiutino: i fan del militare riuniti nei “team” Vannacci promettono una presenza massiccia: nell’ordine di 2-3mila persone. Non male in tempi di magra e con un pratone che si tinge sempre più di nero.