- Su questo giornale, Piercamillo Davigo ha sostenuto che lo sciopero della fame di Alfredo Cospito per protestare contro il regime carcerario cui è sottoposto sarebbe un ricatto allo stato.
- lo sciopero della fame non è un ricatto e l’analogia fra digiuno e violenza contro le cose e le persone è sbagliata. È evidente, infatti, che c’è differenza fra fare violenza agli altri e farla a sé stessi.
- Cospito usa un principio etico – la salvaguardia della vita umana – contro quello che ritiene una violazione di altri principi etici e politici – la tutela della libertà di pensiero dei detenuti e forse la proporzionalità e i fini rieducativi della pena.
Su questo giornale, Piercamillo Davigo ha sostenuto che lo sciopero della fame di Alfredo Cospito per protestare contro il regime carcerario cui è sottoposto sarebbe un ricatto allo stato, un ricatto da non accettare, simile a quello dei sequestratori a scopo di estorsione. Argomentazioni simili sono comparse in altre sedi, soprattutto in riferimento agli atti dimostrativi, spesso violenti, degli ultimi giorni, che si presumono avere lo scopo di aiutare la protesta di Cospito. Questi atti non



