Si moltiplicano le detenzioni arbitrarie di persone che vengono dai paesi con cui Trump ingaggia la sua battaglia. E si moltiplicano le rinunce da parte di studiosi di quei paesi a recarsi negli Stati Uniti per presenziare a convegni e conferenze. Non si può pretendere che rischino la detenzione, ma rimane una sensazione triste, di un mondo che non c’è più, una sconfitta avvenuta nella mente e nel cuore
La primavera è la stagione in cui si programmano le trasferte ai convegni, per chi fa il mio mestiere. Si programmano viaggi, si invitano colleghi e colleghe. Ma la primavera che stiamo vivendo è triste, perché è una primavera di guerra. Una guerra tradizionale, nei due luoghi del pianeta dove cadono le bombe e volano i droni (o almeno nei due luoghi di cui più parliamo). Una guerra tradizionale continuata con altri mezzi – dazi, prese di posizioni minacciose, discussioni accese sulle armi – nel



