La storia dell’ex comandante partigiano Germano Nicolini, Dièvel in dialetto reggiano, è il simbolo delle “attese tradite” della lotta di Liberazione
- Comandante partigiano, Nicolini diventa nel 1946 sindaco comunista di Correggio, con il sostegno anche della Dc. Ma quando viene ucciso il parroco don Umberto Pessina, è accusato di essere il mandante.
- Il Dièvel era «sempre stato contro la giustizia sommaria» ma viene condannato a 22 anni di carcere, in un processo dove la Chiesa influenza le indagini, la Corte di Perugia è orientata contro di lui.
- Ma quel che più pesa a Nicolini è il tradimento del Pci, che decide di sacrificarlo come capro espiatorio per i delitti del dopoguerra. Solo nel 1994, a processo riaperto, il Diavolo viene assolto.