Dopo la sentenza del tribunale di torino

Se si assolve la storia della violenza

Un momento del corteo delle donne del movimento \\\"Non una di meno\\\" sfila per le vie del centro di Torino
Un momento del corteo delle donne del movimento "Non una di meno" sfila per le vie del centro di Torino

Le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Torino che ha assolto un uomo dal reato di maltrattamenti in famiglia e lo ha condannato per lesioni personali aggravate ai danni dell’ex moglie non vengono criticate dalle femministe per “giustizialismo” o perché si vogliano pene più dure. Ma perché mostrano un diritto ancora “sessuato”, che nega giustizia epistemica

Nelle riflessioni femministe sul diritto risuona più volte l’invito di Carol Smart a negare al discorso giuridico il potere di “dire la verità” sulle donne e per le donne. A quella critica fa da contrappunto la proposta dei centri antiviolenza femministi di riconoscere i meccanismi di potere e oppressione per superarli e re-immaginare le relazioni attraverso politica e diritto, mostrando come il discorso giuridico possa essere usato senza essere fatalmente colonizzato dal patriarcato e strutture

Per continuare a leggere questo articolo