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Solo le virtù del mercato possono salvare Giorgia Meloni

  • Per andare sul pratico, il governo Meloni, che tanto protesta contro la Bce per gli aumenti dei tassi, anziché irritare i sindacati, azioni la sola leva di politica economica che ha in mano.
  • Rafforzi, invece di fiaccarla, l’autorità Antitrust, e riparta dalla “Legge concorrenza” del governo Draghi, annacquata dal corporativismo (un lascito fascista?) di Lega e Forza Italia. La rimpingui invece, consentendo alle virtù del mercato, tanto evocate, di dispiegare i loro benefici. Non si parla solo di balneari e tassisti, che parrebbero i poteri forti rimasti in Italia, ma anche di libere professioni e commercio.
  • Altro che “Non disturbare chi vuole fare”, ce n’è di cose da fare e c’entrano anche le tasse.

Una ricerca di Oscar Arcé, Elke Hahn e Gerrit Koester, tre studiosi della Banca Centrale Europea (Bce), mostra che l’alta inflazione del 2022 è dovuta per due terzi all’aumento dei profitti lordi delle imprese, per un terzo a quello del costo del lavoro. Devo a Lorenzo Borga (Il Foglio, 1 maggio) la lettura della ricerca, importante per il dibattito sui problemi reali, ma altrimenti riservata a pochi intimi. Le banche centrali hanno da sempre l’occhio fisso sugli aumenti del costo del lavoro,

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