25 novembre – la strada per l’emancipazione sportiva

Se lo sport è il metro per misurare quanto il patriarcato sia ancora vivo

Kathrine Switzer, per poter correre la maratona di Boston del 1967, ha utilizzato uno stratagemma, registrandosi senza scrivere il suo nome per esteso (FOTO ANSA)
Kathrine Switzer, per poter correre la maratona di Boston del 1967, ha utilizzato uno stratagemma, registrandosi senza scrivere il suo nome per esteso (FOTO ANSA)

Le discipline sportive, nonostante le contraddizioni tra chi le pratica e chi le dirige, offrono la possibilità di ribaltare il messaggio: recuperare all’imbarazzo delle esternazioni reazionarie di Nordio e Roccella, che ci riportano a un passato che speravamo superato

Talvolta la storia può essere ironica, soprattutto quando risponde a chi la ignora. Per secoli ogni differenza sociale, ogni disparità di potere, è stata presentata come un destino inciso nel corpo, prima, e nel dna, poi. Nel XIX secolo si misuravano i crani per dimostrare l’inferiorità razziale o la propensione al crimine. Nel Novecento il sessismo scientifico teorizzava che le donne avessero un cervello troppo piccolo e una “natura troppo emotiva” per fare politica. Così come corpi inadatti pe

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE