Governi che cambiano

Per garantire la stabilità l’Italia dovrebbe imparare da Germania e Spagna

  • Fra le battaglie del Corriere della Sera c’è quella per un governo eletto dal popolo, uscito dalle urne e non formato in parlamento. A loro si è finalmente aggiunto anche il più recente degli editorialisti: Walter Veltroni.
  • La risposta è tanto semplice quanto drastica. Da nessuna parte al mondo esistono governi “scelti dai cittadini”. Nelle Repubbliche presidenziali i cittadini eleggono il capo del governo che si confronterà con un congresso/parlamento dove esistono forze disomogenee, e si sceglierà i suoi ministri.
  • Non è casuale che Germania e Spagna siano i due sistemi politici europei che nel secondo dopoguerra hanno avuto il minor numero di governi e di capi del governo, dunque la più alta stabilità governativa. 

Da qualche anno, il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, e quattro autorevoli editorialisti, Aldo Cazzullo, Paolo Mieli, Angelo Panebianco e Antonio Polito combattono due indefesse battaglie. La prima è quella per una legge elettorale maggioritaria. Però, il loro “maggioritario” preferito non è né quello inglese né quello francese entrambi caratterizzati dall’elezione dei candidati in collegi uninominali, ma un’imprecisata legge elettorale che offra un più o meno cospicuo premio

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