- Sostiene l’istituto di sondaggi SWG che Giuseppe Conte condurrebbe il Movimento 5 Stelle dal 15,8 al 22 per cento precipitando il Pd poco sopra il 14.
- Sarà sgradevole dirlo, ma quel partito, il mio partito, oggi è fortissimo nel Palazzo e debole nel paese. I motivi affondano nel tempo anche se uno domina sugli altri e coincide con la contraddizione della nostra parabola, non solo recente.
- Lo stare al governo – in sé, per un partito, traguardo fondamentale – è divenuta l’arte di una classe dirigente sempre più identificata con quella dimensione e sempre più lontana dal bisogno di darne una motivazione solida.
Sostiene l’istituto di sondaggi SWG che Giuseppe Conte condurrebbe il Movimento 5 Stelle dal 15,8 al 22 per cento precipitando il Pd poco sopra il 14. Scenario da incubo se letto dal Nazareno, la sede del Partito democratico. Poiché di un sondaggio si tratta, per altro rilevato il giorno stesso dell’investitura dell’ex premier, uno può consolarsi dietro lo scudo dell’effetto-annuncio, ma sarebbe un errore persino più grave dei numeri perché la realtà sta lì, nel bisogno di dare al Pd l’anima ch



