Le vie dei social

La favola capitalistica di Tik Tok secondo l’Economist

A visitor to an Apple store wears a t-shirt promoting Tik Tok in Beijing on Friday, July 17, 2020. U.S. President Donald Trump on Thursday, Aug 6, 2020 ordered a sweeping but unspecified ban on dealings with the Chinese owners of consumer apps TikTok and WeChat, although it remains unclear if he has the legal authority to actually ban the apps from the U.S. (AP Photo/Ng Han Guan)
A visitor to an Apple store wears a t-shirt promoting Tik Tok in Beijing on Friday, July 17, 2020. U.S. President Donald Trump on Thursday, Aug 6, 2020 ordered a sweeping but unspecified ban on dealings with the Chinese owners of consumer apps TikTok and WeChat, although it remains unclear if he has the legal authority to actually ban the apps from the U.S. (AP Photo/Ng Han Guan)
  • Tik Tok, l’app cinese dove scorri i brevi video realizzati dagli utenti, s’è guadagnata il rispetto dell’Economist che la cita come esempio ideale di “distruzione creativa”, il processo incessante di mutazione industriale con cui il capitalismo si distrugge e si rinnova.
  • Il mercato dei social media in Cina è «iper competitivo al punto che quello della Silicon Valley al confronto pare compassato», sicché chi emerge da quella lotta sa generare idee che trovano clienti e ricavi a sussidio delle idee.
  • L’occidente aveva stravinto la sfida col capitalismo burocratico sovietico che teneva in gran conto la cultura, ma vuoi per censura vuoi per il conservatorismo siamese del potere, non sapeva trasformare il capitale culturale in buoni affari. La Cina invece, a quanto pare, ci riesce. Quindi è tempo perso aspettare che si smonti da sé.

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