- Il voto del parlamento che ha confermato la fiducia al governo del premier Giuseppe Conte ha visto come unico vero sconfitto il centrodestra.
- Il dato è paradossale, visto la coalizione guidata da Salvini si trova di fronte un governo nemico indebolito e diviso su molti temi, varie categorie sociali impoverite dalla crisi pandemica e irritate nei confronti dell’esecutivo e sondaggi che certificano un forte vantaggio nel caso in cui si andasse alle urne oggi.
- Eppure, di fronte a questa ampia finestra di opportunità il centrodestra, invece di cercare la spallata, si è ritratto, rinchiudendosi in un immobilismo in cui la richiesta di nuove elezioni fa la parte della foglia di fico destinata a coprire una strutturale debolezza. Le ragioni sono molteplici e risiedono nella litigiosità della coalizione.
Com’era facile prevedere, la conclusione del braccio di ferro parlamentare tra Renzi e Conte ha lasciato sul terreno più sconfitti che vincitori. E fra questi, quello che ne è uscito peggio – come spesso capita quando ci si trova in mezzo a due litiganti – è forse, per il momento, il centrodestra. Se infatti il presidente del Consiglio è riuscito a portare a casa una pur raffazzonata e molto relativa maggioranza e il suo sfidante ha ritrovato una centralità mediatica e un ruolo di guastatore



