i processi nelle aule e sui giornali

La tragedia di Stresa e il cortocircuito tra stampa e procura

Piero Cruciatti / LaPresse
Piero Cruciatti / LaPresse
  • La fase preliminare delle indagini è sempre oggetto di grande attenzione da parte dei media. Nel caso di Stresa, però, il diritto di cronaca è spesso esondato in una morbosità che viola i principi deontologici.
  • Preoccupa il cortocircuito che si è generato tra procura e stampa. In questi giorni la pm che sta indagando sul disastro della funivia ha rilasciato interviste a buona parte dei quotidiani nazionali.
  • A indagini appena avviate e dunque senza prove circostanziate ancora in mano, è necessario e soprattutto auspicabile che il pm parli con la stampa? Per fortuna a difesa di tutti i cittadini opera il sistema delle garanzie processuali. In questo caso, un giudice terzo che supervisiona la fase delle indagini preliminari, verificando i presupposti e controllando l’operato del pm. 
     

I tre indagati della tragedia della funivia di Stresa-Mottarone sono stati scarcerati. Tutti erano stati fermati e portati in carcere nel cuore della notte di quattro giorni fa, ma la gip di Verbania Donatella Banci Buonamici non ha convalidato il fermo disposto dalla pm Olimpia Bossi. Il gestore dell’impianto Luigi Nerini e il direttore d’esercizio Enrico Perocchio sono liberi. Il caposervizio Gabriele Tardini, che ha ammesso di aver inserito il blocco ai freni della funivia, è ai domiciliari.

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE