- Puntando tutto sulle tematiche del politically correct e contando sulle casse di risonanza del ceto intellettuale e degli operatori dei mass media, le élite liberali hanno continuato a tessere le lodi della globalizzazione e a lasciar crescere l’ondata di delocalizzazioni produttive.
- Inolte hanno celebrato l’intangibilità di istituzioni e costituzioni, sbarrando la strada ad ogni correttivo che sapesse di democrazia diretta.
- Questa sordità ha convinto un numero crescente di cittadini che il distacco tra “quelli che stanno in alto” e la gente comune non è solo un’invenzione retorica, che i politici di professione sono sempre autoreferenziali e inaffidabili.
La vittoria di Joe Biden restituirà finalmente il sonno ai molti suoi appassionati sostenitori di questa sponda dell’Atlantico, che da martedì notte temevano di essere ripiombati in un incubo. E se anche difficilmente li convincerà, in cuor loro, che il voto postale all’americana sia un appetibile prodotto di importazione (non si fa fatica a pensare quante raccolte di schede da imbucare nelle cassette delle lettere potrebbero essere organizzate da certi “volenterosi” in un buon numero di comu



