«Quiet, piggy!»

Gli insulti di Trump alle croniste: in gioco c’è la democrazia

Una democrazia avanzata si definisce anche attraverso il rapporto del potere con la libera stampa (o quel che ne resta). Le minacce e le offese del presidente Usa a due giornaliste, colpevoli d’aver rivolto domande sul caso Epstein, sono lo speculare opposto di quel che dovrebbe essere la relazione tra potere e informazione. Non è folklore trumpiano: l’assalto all’informazione rappresenta una minaccia mortale all’essenza stessa della democrazia

Scena numero uno. «Zitta. Zitta, porcellina» (Quiet, quiet, piggy!), ringhia il presidente degli Stati Uniti ad una giornalista sull’Air Force One. Lei, Catherine Lucey di Bloomberg, si era appena resa colpevole d’avergli rivolto una domanda sul caso Epstein. Sì, la vicenda del miliardario-pedofilo morto in carcere nel 2019, nelle cui mail il nome di Donald Trump ricorre numerose volte. Scena numero due: «Sei una reporter terribile. Qualcuno all’Abc ti ha fatto il lavaggio del cervello», è l’iro

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