- Il crollo della lira turca, conseguenza della singolare teoria del presidente Recep Tayyp Erdogan, secondo cui alti tassi d’interesse favorirebbero l’inflazione, sta mettendo a rischio l’economia del paese.
- Il presidente turco si è messo alla guida della banca centrale lanciandola contromano in autostrada, proprio quando la forza del dollaro e gli elevati prezzi delle materie prime costringono i paesi emergenti a stringere la politica monetaria.
- L’elevato indebitamento statale in valute forti ingessa il bilancio pubblico mentre l’elevata inflazione flagella quei ceti popolari che avevano fatto il successo di Erdogan, che potrebbe pagare questa condotta prima delle elezioni del 2023.
Il crollo della lira turca nella giornata del 23 novembre, quando è giunta a perdere contro dollaro anche il 15 per cento, ha segnato il temporaneo climax di un deprezzamento in atto da tempo e perseguito dal presidente Recep Tayyip Erdogan, il cui convincimento che alti tassi d’interesse causino inflazione lo ha portato a ingaggiare una lotta furibonda contro il senso comune e contro la “lobby degli alti tassi d’interesse”, come la definisce quando è benevolo. Erdogan ha ormai maturato un’es



